Secondo molti psicologi e pedagoghi, infatti, la bassa autostima nei bambini rappresenta il freno più grande allo sviluppo e all’espressione delle loro capacità.

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In che modo i genitori possono aiutare il bambino a coltivare la stima di sé? La prima regola è adottare un atteggiamento empatico e mai giudicante. Anche quando il proprio figlio prende un brutto voto a scuola o fa qualcosa di sbagliato, è importante fargli notare l’errore, ma senza giudicarlo (es. “sei proprio stupido”, “sei proprio un cattivo bambino”, ecc.).

È fondamentale quindi, attribuire la responsabilità dell’errore a un atteggiamento sbagliato e non alla persona stessa. Un genitore non dovrebbe mai dimenticare che nei primi 6 anni di vita, e a volte anche oltre, rappresenta la voce della coscienza. Tutto quello che viene detto viene registrato e incorporato, determinando l’autostima anche da adulto.

Un’altra regola per aiutare il bambino a sviluppare l’autostima è non avere aspettative (non solo scolastiche) troppo alte rispetto all’età o alla mansione. I fallimenti, infatti, possono innescare quel meccanismo per cui si sente una delusione per mamma e papà.

Le conseguenze di una bassa autostima da bambini nelle persone una volta cresciute sono numerose. Gli adulti con una scarsa fiducia in se stessi, infatti, tendono a essere inibiti, insicuri e incapaci di affrontare non solo gli obiettivi di lavoro, ma anche ciò che colleghi e amici si aspettano da loro.

Un genitore quindi, deve sempre avere un atteggiamento positivo e propositivo, mirato a spronare i figli a dare sempre il meglio di sé.

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